Page 5 - YOGAZINE n.4
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Samuele: «È una ricarica energetica molto potente»
Pietro: «Lo yoga e la medita- zione andrebbero introdotti a scuola»
Sveva: «Quando pratico yoga al mattino gli efetti durano tutto il giorno»
GENERAZIONE YOGA «Energia e relax».
E il sogno di portare lo yoga in classe
Aurora: «È una disciplina che andrebbe praticata in da piccoli»
Svegli. Belli. Simpatici. In gambissima. La generazione yoga ha una marcia in più. Leonardo, Diana, Pietro, Aurora, Marta, Sveva, Samuele: li incontria- mo in un tardo pomeriggio di luglio all’Ashram Solare di Tarzo, luogo magico immerso nel verde, dove sono impegnati come animatori dei centri estivi per bambini e ragazzi organizza- ti dal centro culturale Estrada.
Ogni mattina, prima di iniziare le in- tense attività di animazione sotto la supervisione di Graziella Migot e dello staf dell’Ashram, fanno 40 minuti di yoga e meditazione.
«Mi rilassa e mi mette in pace con me stesso; mi aiuta a concentrarmi su quello che dovrò fare dopo» spiega Leonardo, studente del liceo
“Da Vinci” di Treviso, ballerino di street dance asana.
«È un modo per centrare me stessa e mi aiuta quando sono stressata. Quando faccio yoga la mattina sento la diferenza rispetto a quando non lo faccio» gli fa eco Diana, 15 anni, stu- dentessa di terza del liceo artistico.
«Andrebbe praticato in da piccoli, dall’asilo e poi a scuola - interviene Aurora, 16 anni, in procinto di inizia- re la terza liceo scientiico a Mestre -. A scuola dopo la seconda ora, noi ra- gazzi pensiamo ad altro. Fare yoga e meditazione aiuterebbe noi studenti a concentrarci di più e più a lungo.»
«E aiuterebbe anche i prof a stare più calmi e a spiegare meglio» aggiunge Pietro, 14 anni, iscritto al primo anno dell’itis "Max Planck", indirizzo infor- matica.
«Sarebbe davvero un’idea fantastica introdurre a scuola lo yoga e la medi- tazione.» conferma Diana. «Cono- sco scuole che già lo fanno - aggiunge Leo -: 15 minuti prima di iniziare la le- zione e un altro quarto d’ora a metà mattinata.»
«È una ricarica di energia molto po- tente - racconta Samuele, 16 anni, studente di seconda dell’itis "Galilei " di Conegliano, con la passione per la breakdance -. Qui ai centri estivi l’atti- vità è molto intensa. Mi accorgo che, quando la mattina faccio la mia ora di yoga, arrivo a sera con ancora molta energia, senza stanchezza.»
«È vero - conferma Sveva, 14 anni, studentessa del liceo “Da Vinci" - quando La pratico la mattina, riesco a rilassare tutti i muscoli e il benessere dura tutto il giorno».
AGHATE, COMMESSA
Incontrare lo yoga è stata la mia fortuna più grande
Deborah Compagnoni, la sciatrice italiana più vittoriosa di sempre, è testimonial del Treviso
YogaDay 2016.
Da anni pratica yoga regolarmente. Dice: «Lo yoga insegna a stare presenti
nel momento presente, e così ci si gusta davvero la vita».
ROSA, LIBERA PROFESSIONISTA
«Ho sconitto la malattia con l'aiuto della bioenergetica»
«Incontrare lo yoga è stata la mia fortuna più grande. Per me, il mio insegnante Vik, è un ma- estro, un pa-
dre, una guida. La sua umil- tà evidenzia la sua grandezza». Vik è Vittorio Benvenuto, insegnan- te di yoga e meditazione dell’Ananda Marga Center di Villorba.
A raccontare il suo incontro con lo yoga (in un italiano perfetto) è la sua allieva Aghate Wakunga, 36 anni, zambiana ma nata in Congo, in Italia da 15 anni, sposata con Denis, mam- ma di Gabriel, commessa in una far- macia di Treviso.
«Ho incontrato lo yoga tre anni fa, grazie a mia sorella , e mi sono subito appassionata - ricorda -. Ho scoperto che lo yoga è quello che cercavo da sempre. Che la bellezza è già tutta dentro di noi e che noi, attraverso lo yoga, riusciamo ad avvicinarci ad essa, raggiungendo la nostra essenza». Aghate, ha lasciato il suo paese poco più che adolescente. Sulle spalle por-
ta il fardello pesante di una malattia rara che afatica, a volte troppo, la sua quotidianità.
«Le mie giornate sono spesso diicili, è vero. Ma prima di incontrare lo yoga lo erano di più. Attraverso la pratica costante - in tre anni ho saltato solo una lezione! - ho imparato ad accetta- re la mia vita, percependola perfetta e completa così com’è. Ed è nata in me una grande tranquillità e un benesse- re che non avevo mai provato».
«C’è una ricchezza enorme in ognu- no di noi - aggiunge -. C’è luce, con- sapevolezza . Siamo completi ma non ce ne accorgiamo. Cerchiamo fuori di noi, e inevitabilmente non troviamo. Ma quando volgiamo lo sguardo den- tro, ci scopriamo perfetti e capiamo che tutto ciò che arriva dall’esterno, compreso l’amore degli altri, è un dono». Nella sua casa di Paese ci sono tanti oggetti della sua terra. Aghate,ti manca l’Africa? Non glielo chiediamo. A suo iglio però i canti in swahili e ci- bemba li insegna. E la sera le stanze risuonano di lingue lontane.
«Cinque anni fa mi fu diagnosticata una brutta malattia, a cui seguì un intervento chirurgico importante. Fu un fulmine a ciel sereno che sconvolse la mia quotidianità e quella della mia famiglia. La domanda che mi assilla- va era: perché è successo proprio a me? Poi un’amica mi ha portato al centro Espande, dove ho conosciuto Barbara Cantoni e la bioenergetica,* e la mia vita è cambiata.». A raccon- tare la sua storia di guarigione è Rosa, 54 anni, professionista di successo, due igli ormai grandi.
Rosa, cosa stava cercando quando si è avvicinata alla bioenergetica? «Cercavo uno strumento che mi des- se l’energia giusta per afrontare quel momento diicile».
E cosa ha trovato?
«Ho cominciato a seguire le lezioni di Barbara e dopo un certo periodo ho capito che il percorso intrapreso mi rendeva più consapevole e il mio cor- po reagiva meglio alle cure mediche».
Di cosa è diventata più consapevole?
«Sono arrivata a capire che come le
cellule del mio corpo erano impazzite così avrebbero avuto anche la possibi- lità di rigenerarsi e che questo dipen- deva, oltre che dalle cure, anche dalla mia consapevolezza. È stato fonda- mentale prendere coscienza e scio- gliere alcuni blocchi isici ed emotivi legati a episodi traumatici del passato: li pensavo risolti e invece non lo erano.
Cos’è stata la malattia per lei?
«È stata un accadimento che mi ha co- stretto a fermarmi e a riconsiderare la mia vita. Che era molto frenetica, pie- na di impegni, con molte responsabi- lità. Mi ero trascurata e il mio corpo mi dava un segnale importante. Con le pratiche di bioenergetica ho impara- to ad ascoltarlo. Ho capito che si può essere lavoratrice, donna e madre con tempi diversi, dicendo qualche “no” e permettendo anche agli altri di porta- re gli oneri».
E ora?
«Ora la mia vita è diventata più essen- ziale. Ed è tutto un altro stare».
La bioenergetica non è yoga ma è una disciplina di consapevolezza che con lo yoga condivide gli stessi principi.


































































































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